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      Andavano così di pari passo divozione e dissipazione, ignoranza e barbarie. Ma quando si furono veduti tanti grandi avvenimenti in ogni contrada d'Europa; quando se ne vollero studiare le maravigliose cagioni, conoscere insieme il proprio paese e l'altrui; quando s'impararono ad apprezzare le istituzioni, i costumi e le pratiche de' popoli più inciviliti, rompendo i freni delle domestiche o municipali grettezze, s'incominciò allora a provare il bisogno di spaziare più largamente per gl'immensi campi dell'erudizione, e convenire assieme per comunicarsi a vicenda le opere, i disegni, i trovati, le idee. Scomparvero ad un tratto l'alterigia del nobile, la radicata ignoranza del commerciante, la naturale rozzezza del popolano; crebbero in vece la generale agiatezza ed istruzione; incominciò la patrizia donna a curare l'educazione de' propri figliuoli, i negozii e le masserizie della famiglia; si aprirono a poco a poco confidenziali relazioni fra le varie classi della società, e il patrizio sedette famigliare a lato del trafficante, a lato dell'artigiano il possidente; sentì l'artista la necessità di chiedere i consigli del dotto, che solo per lunghi studii era capace di rivelare i misteri della natura, e apprese il dotto a rispettare chi metteva in pratica i sublimi concetti della scienza. La stessa plebe e il contadino che prima non avevano posto, titolo o considerazione alcuna nella nostra società, ma vi erano anzi tenuti in una totale soggezione, in parte ora viventi nella comune agiatezza per gli onesti guadagni derivati dalle giornaliere occupazioni o dai lavori di lusso generalmente stimati i meno bassi, non pochi di loro tornati in patria dalle guerre di Francia, dove tante gloriose geste avevano viste, udite e operate, e ingentilita la mente dalle cognizioni variamente acquistate ne' viaggi, ne' traffichi e nel conversare coi più distinti personaggi del tempo, ottenevano per universale consentimento un grado di stima infine allora non solo non conseguito, ma nemmeno conosciuto.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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