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      Qual vivere independente sia questo, ognuno per sè stesso vedere sel può. Ed oltre a ciò, qual rispetto portano i superbi dominatori d'Italia agli usi, alle istituzioni, alla religione degli avi? Qual modestia serbano nel comandare, e qual temperanza nell'esigere le taglie mostrano i delegati e i commissarii dell'impero, che direttamente o indirettamente hanno ingerenza nel governo d'Italia? Come trattano costoro il sommo gerarca della Chiesa, a forza strappato dal romano suo seggio e via condotto prima ad insoliti e faticosi viaggi, poscia sostenuto prigione nel castello di Fontainebleau? Stare frattanto l'Europa tutta attentissima a mirare quello che sieno per fare gl'Italiani lasciati in tanta abbiezione da una signoria straniera, la quale in varii modi li opprime. Confermerebbero essi col vergognoso silenzio o col tardo operare quello che i forestieri già vanno predicando di loro, che non si sentano da tanto da poter conseguire co' proprii sforzi un governo proprio? Oppure sentono essi veramente desiderio di tornare liberi, rispettati, tranquilli? Se così loro aggrada, dispongano unanimi i cuori, armino le braccia, aiutino concordi e risoluti i soldati della lega a liberare tante generose nazioni d'Europa dall'oppressione dei Francesi; s'uniscano principalmente alle schiere alemanne che ora grosse di molti combattenti entrano un'altra volta a guerreggiare in Italia; accorrano sollecitamente gl'Italiani, chiunque e' si sieno, quali principii e' professino, o a qual parte si aderiscano, e soccorrano con l'opera loro all'opera di Francesco d'Austria e de' suoi potenti alleati.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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