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      Protestò con molta arditezza l'inviato Brignole contra questa e qualsiasi altra risoluzione contraria ai diritti e all'independenza della sua patria; ma richiesto, se nelle circostanze in cui Genova allora si trovava potrebbero le suaccennate condizioni soddisfare ai voti de' suoi concittadini, rispose, le preferirebbero certamente i più savii fra i Genovesi all'essere consegnati piedi e mani legate ai commissarii del governo sardo. Era la sola risposta decorosa che potesse farsi.
      All'allegrezza che s'era desta la prima volta nei Genovesi alle promesse di Bentinck succedette bentosto la titubazione, quando si sparsero nel pubblico le prime voci dell'accordo seguito fra i potentati in Parigi, il cui fine era di aggregare il Genovesato al Piemonte; si concepirono dipoi migliori speranze, allorchè si seppe che il governo provvisorio, non abbandonando al caso le sorti della patria, aveva spedito il marchese Brignole-Sale a Vienna; ma appena si divolgarono in Genova le finali decisioni del congresso, ed il dubbio dell'aggregazione si fu convertito in certezza, vi sursero tale un dolore ed un sì generale scontentamento, che pareva in quel giorno che le più care rimembranze e le glorie patrie più insigni vi fossero cadute in una totale prostrazione. Ed affinchè non mancasse alcun segno della malvagità inglese in questi istanti della universale miseria dei traditi, riferite a lord Castlereagh le deliberazioni del congresso in proposito della Liguria, sul finire del mese di dicembre dello stesso anno 1814 mandò al colonnello Dalryimple, allora comandante le forze britanniche nel Genovesato, un dispaccio ministeriale, il cui contenuto era il seguente: Da che le armi vincitrici della Gran Bretagna avevano liberata Genova dalla oppressione dei Francesi, non essersi punto rallentala la operosità dei ministri di sua maestà britannica nel raccomandare agli augusti suoi alleati i più cari interessi dei Genovesi; dolere quindi a lui, Castlereagh, non meno che ai ministri delle potenze esterne congregati in Vienna, che a malgrado di tutta l'efficacia loro nel dire e nel fare, non siasi potuto ottenere che conservassero quelle generose popolazioni una esistenza propria tanto conforme ai loro desiderii, sebbene contraria al generale sistema politico già prima stabilito per l'Italia; andare con tutto ciò pienamente persuaso di avere nella presente trattazione provveduto in modo stabile e sicuro alle condizioni interne dello Stato ligure, all'ingrandimento ed alla floridezza del rinato commercio sui mari, e guarentire ai Genovesi tutti la nota probità del re di Sardegna, che sotto la protezione del governo piemontese sarebbero essi retti da principii fissi e liberali.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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