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      Protestò dapprima il plenipotenziario spagnuolo contra le decisioni del congresso, il quale aveva deliberato il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla ad un'arciduchessa di casa d'Austria in pregiudizio della infanta di Spagna; pure, l'anno 1817, la corte di Madrid adattandosi infine alle circostanze che richiedevano l'accettazione dei proposti accordi intorno agli Stati di Parma, la successione ai medesimi del ramo cadetto dei Borboni di Spagna fu definitamente accettata e stabilita. Per la qual cosa, in una convenzione sottoscritta in Parigi addì 10 giugno dello stesso anno 1817, riconobbe la Spagna, convenirsi alla tranquillità d'Europa, che il possesso attuale del ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, come pure quello del principato di Lucca, rimanessero quali erano stati due anni innanzi fissati dal congresso di Vienna; soltanto alla morte dell'arciduchessa d'Austria Maria Luigia, passerebbero i sopradetti ducati di Parma, Piacenza e Guastalla nel dominio diretto dell'infanta di Spagna, Maria Luigia Borbone, e dell'infante Carlo Ludovico di lei figliuolo, e susseguentemente del primo suo e posteriori discendenti maschi in linea di primogenitura; il ducato di Lucca sarebbe allora devoluto nei granduchi di Toscana; quantunque il Po segni i naturali e veri confini delle province austriache in Italia, avrebbero nondimeno gl'imperiali la facoltà di presidiare la città di Piacenza, essendo quella piazza di estremo momento per la guardia della Lombardia. Venendo poi a mancare la successione di prole mascolina nella casa dell'infante Carlo Lodovico Borbone, a termini del trattato di Aquisgrana dell'anno 1748, la città e territorio di Parma riconoscerebbero l'autorità sovrana di casa d'Austria; la signoria di Piacenza sarebbe al tempo stesso investita nel re di Sardegna.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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