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      Continuare tuttavia Murat a pascere la immaginativa di vane speranze; credere e spargere, vedrebbero in breve i Napolitani suoi il benevolo congresso convenire con lui, siccome con un potentato amico. Rendersi pertanto prima di tutto indispensabile una dichiarazione franca ed esplicita, che al napoleonide tolga ogni mezzo di accordo, ed agli amici e zelatori di Ferdinando Borbone offra un fondato pretesto di muovere il regno in favor suo; e niuno ciò potere far meglio dell'Inghilterra alleata di Ferdinando Borbone allorchè questi perdè il reame di Napoli; alleata dipoi ed anche attualmente; nè mai avere essa riconosciuti i titoli che vanta Murat al trono di Napoli. Avvertissero, conchiudeva Talleyrand, essere subita e intemperante la natura di Giovacchino, e l'esercito napolitano assai bene apparecchiato ad una strepitosa irruzione nella superiore Italia, se all'Austria si lasciasse il carico di assalirlo; all'Austria, che aveva dianzi mostrato tanto amore di lui; ma a questo ancora avere pensato la Francia; si armerebbe sola per la ricuperazione del seggio al potentato congiunto; e per non dare sospetti alla corte di Vienna nè fomenti ai novatori in Italia, manderebbe ella i suoi soldati dalla parte di mare: così lasciarsi solo Murat, non gelosa l'Austria, soddisfatto il Borbone, non turbata da alcun straordinario accidente la tranquillità della penisola. Rispose Castlereagh, aspetterebbe da Londra la facoltà di negoziare sulle proposte basi.
      Il duca di Campochiaro, che non se ne stava in ozio in mezzo a tanti maneggi ostili al suo signore, venne allora tentando Talleyrand con dirgli, che Murat molto volentieri gli pagherebbe una somma di qualche milione di franchi a titolo di compenso per le sue ragioni sul principato di Benevento, solo che avesse indotto Luigi decimottavo a non molestarlo nel suo possesso di Napoli.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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