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      Voi vinceste l'Europa, finchè foste l'alleato delle nazioni; cadeste, quando voleste divenire l'alleato dei re, di cui eravate l'arbitro. Egli è pur anco in poter vostro il porvi alla testa della civiltà europea.....".
      Piacquero i sensi a Napoleone; piacque, e di leggieri assentiva egli alla proposta. Esaminando attentamente la costituzione da darsi all'impero romano, e il disegno per mandar ad effetto la maravigliosa impresa, la prima accettava senza eccezioni; al secondo, di sua propria mano postillandolo, fece a luogo, a luogo variazioni, giunte od emende, e tosto mandava l'imperatore un suo inviato al congresso per accordare insieme altri provvedimenti e più stretti concerti. E subito i consapevoli spediscono avvisi nelle principali città d'Italia, perchè vi si dispongano gli animi all'arrivo di Napoleone, ma con grandi cautele per non insospettire i governi, e fidando il segreto solo a pochi sicuri per non trovare fra i molti un incauto o un traditore; mandano a migliaia, perchè sieno distribuite e con la viva voce accortamente spiegate alle scontente popolazioni, incisioni rappresentanti l'Italia seduta sopra un leone dormiente, o in atto di sciogliere un grosso cane côrso, irto e ringhioso. Spediscono parimente (fu risoluzione presa in mal punto) uno dei loro in Francia per abboccarsi con persone devotissime all'imperatore, e tirarle ad aiutare con ogni possa l'impresa italiana; ma fu tentativo senza alcun frutto, perchè i Francesi dicevano sfacciatamente, non essere gli Italiani popoli per anco maturi alla libertà, e con gran senno rispondeva l'Italiano, non potere di ciò dar giudizio i Francesi solamente maturi per la servitù. Non è ad ogni modo fuori del probabile il dire, che da questi primi colloquii forse nacque in Francia più acceso il desiderio di richiamare sul trono imperiale Napoleone, per la gelosia che quella nazione, in ogni tempo gelosa della grandezza ed elevazione altrui, senza dubbio sentiva all'ammirazione che avrebbe suscitata nel mondo la riuscita della impresa italiana.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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