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      Napoleone dalla vicina Elba sapeva tutte queste cose, e non era uomo da non usarle efficacissimamente; tanto pių che non gli era ignoto, essersi posto il partito nel congresso di Vienna se si dovesse trasportare all'isola di Sant'Elena, essendo la nuova possessione troppo vicina all'antica, e l'ambizione del monarca caduto vasta, insaziabile. L'accortissimo Napoleone s'accorse allora, che se non preveniva egli, poteva essere prevenuto, e si risolse alla fuga. Confidente nei soldati che universalmente si lamentavano delle sofferte rotte, e lui parevano invocare nell'attuale depressione; confidente nell'altezza de' suoi concetti, ed in quella fortuna che in diversi tempi ed in tante difficili imprese lo aveva sempre ridotto a buon porto, salpava repentinamente da Porto Ferraio, e accompagnato solamente da pochi de' suoi, giungeva dopo breve tragitto sulle coste della Provenza. Non diede battaglie, ma vinse col prestigio del suo nome, con le proclamazioni e col solo mostrarsi ai soldati; ogni cosa piena di funeste sorti ai Borboni, di liete a Napoleone, che in pochi giorni ebbe ricuperato l'imperiale suo seggio di Parigi. La quale improvvisa apparizione di lui tostochč fu udita in Vienna, siccome conturbō grandemente gli animi di tutti, cosė, facendo sorgere nella mente dei confederati pensieri di maggior momento, tutte le incominciate trattative restarono interrotte, e la nuova attenzione del mondo pendeva dagli eventi futuri.
      Lasciata pertanto la cura di guerreggiare la imminente guerra nei paesi di qua dal Reno ai Prussiani ed agl'Inglesi, si voltava l'Austria alla Lombardia, dove la riacquistata possessione non era pienamente quieta, e la vivezza ed impazienza naturale del signore di Napoli accresceva i timori.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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