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      Da un'altra banda, essere in Francia sopraggiunto un ordine novello di cose; ivi disporsi gli animi a nuova concitazione e le mani a nuova guerra; per questo non doversene il re rimanere a tutta discrezione dell'incerto avvenire, e pianterebbe le osservatrici bandiere di qua dal Po.
      L'imperatore Francesco per mezzo del suo ministro Metternich, non perchè sperasse di ammollire il risentimento del suo avversario, ma per purgare sè medesimo della nota che gli si voleva apporre, rispondeva: Grandemente maravigliarsi, gl'imputasse Murat di non avere usate le debite sollecitudini appresso ai suoi augusti alleati per fare ch'essi in sovrano di Napoli il riconoscessero; non ignorare il re stesso, avere l'imperatore ciò più volte dimandato, ed altrettante essergli stata la proposta con sommo suo rincrescimento negata. Avere il re oltre a ciò voluto tenere occupate le Marche a malgrado di tutte le amichevoli esortazioni in contrario, e non solo quella parte che gli era stata promessa siccome premio alla sua cooperazione, ma altre terre ancora, ed in esse fatto assegnazioni di feudi, venduto di suo proprio capo e senza farne nemmeno consapevole il papa, i beni del clero, e dato continuo incitamento ai novatori, perchè si levassero in armi contra la potestà di Roma. Non avere per fine in tutto il tempo delle negoziazioni cessato dal descrivere soldati nè dal condurre ai suoi stipendi disertori italiani, massime lombardi, conosciuti per la loro avversione all'imperiale sistema. Ciò tutto sapere il re; averlo anche prima saputo l'imperatore, ma ad un tempo dissimulato per amore di concordia.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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