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      E da chi tengono essi i barbari il diritto di comandarvi, che con tanta insolenza e' si arrogano, e di opporsi alla vostra liberazione, che con ogni peggior modo attraversano? E chi diè loro facoltà di signoreggiare, di opprimere, di spogliare le vostre più belle contrade? Indarno dunque la natura avrà frapposto una lunga e insuperabile catena di monti in difesa vostra? Sgombri oggimai dal suolo italiano ogni dominazione straniera. Signori una volta del mondo intiero, voi poscia abbastanza sofferiste di oppressioni e di mali; sia oggi nuova gloria vostra liberarvi dalle oppressioni e dai mali. Ottanta mila Napolitani condotti dal valoroso re loro già lasciarono le natìe lor sedi per farvi liberi, e giurano di non più tornarvi, se prima non vi hanno a piena libertà restituiti. La stessa Inghilterra, esempio al mondo di liberale governo, e tanto gelosa custode della prosperità dei popoli, che versa sangue e tesori a benefizio loro, applaudirà all'alto e magnanimo proposito vostro. E già pensando alle nazioni da lei redente co' suoi sforzi, non sentite in voi medesimi addoppiare le forze e il coraggio? Italiani tutti dell'altre contrade, accorrete all'opra generosa. Chi avea dianzi lasciate le armi, di nuovo ora le impugni; chi non le ha usate ancora, se le rechi ora per la prima volta in mano, e valorosamente le tratti. Forse vi sarete maravigliati di averci al vostro soccorso lunga pezza e sempre indarno aspettati; ma il giorno prefisso al gran riscatto non era giunto ancora; non per anco avevamo noi fatto sperienza della perfidia dei vostri nemici, ed era d'uopo che moltiplici fatti smentissero le bugiarde parole e le traditrici promesse loro.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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