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      Dissegli con manifesta commozione, andasse pure, e negoziasse; abbastanza avere fatto i soldati per l'onore della milizia, abbastanza i capi per la causa da loro seguita; molti casi avventurosi avere fin qui uguagliato i tristi; ma la fortuna non essere stata in tutto corrispondente al valore, e lui ora cessare volentieri, vinto non da vile timore, ma dall'amore della novella patria che in lui ogni altro amore di gran lunga sopravvanzava; nulla per la sua persona; pensassesi solo alla integrità del dominio e alla sicurezza dei sudditi; a tale trovarsi ora ridotto lo stato delle cose, che il solo pensiero dello strazio del paese innondato da un nemico potente gl'inclinava l'animo ad aggiustarsi, e lui preferire il bene de' suoi Napolitani al proprio: onorevoli sensi, e degni di colui che con sì nobile dolore li significava.
      I due comandanti supremi, dopo di aver dato opera affinchè le offese intanto si sospendessero, si abboccarono per dar sesto definitivo alla trattazione. Nè speso molto tempo nei preliminari, il dì 20 maggio fu conclusa a Casalanza (una casa di villaggio presso Capua) una convenzione tra i generali Carrascosa e Colletta da una parte, i generali Bianchi e Neipperg e l'inviato inglese Burgheresh dall'altra. Armistizio fra i guerreggianti; si consegnassero agli Austriaci per essere da loro restituite al re Ferdinando Borbone tutte le piazze forti del regno, eccettuate solamente Ancona, Pescara e Gaeta, per le quali, siccome non comprese dentro lo spazio delle operazioni confidate al Carrascosa, i legali napolitani non avevano ricevuta dal re loro la facoltà di trattare; occupassero gli Austriaci il dì 21 dello stesso mese Capua, il 22 Aversa, il 23 Napoli; gissero i residui dell'esercito muratiano a Salerno, e quivi aspettassero gli ordini del re Ferdinando; si restituissero da ambe le parti i prigioni fatti in guerra; potesse qualunque Napolitano o forestiero abitante in Napoli andarsene fra un mese liberamente dal regno, ed avesse libera la elezione di soggiornare dove più gli fosse a grado.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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