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      Chiamati subito a consiglio i ministri ed alcuni fra i consiglieri di Stato e magistrati più eccelsi della città, la reggente espose il caso, e chiese le opinioni. Stavano i più animosi per la resistenza, dimostrando la inutilità delle minacce, ed i mezzi della difesa superiori a quelli di cui poteva disporre il nemico per offendere. La regina, simulando amore di pubblico bene, tacendo che il contrario parere era in lei desiderio di assicurarsi il ritorno in Francia con la famiglia, le persone e le robe di sua scelta, assentì ai patti, che furono accordati il 13 dello stesso mese. Prometteva dal canto suo il commodoro, non solo di rendere sicure la persona e le robe proprie della regina, e di trasportarla co' suoi figliuoli in Francia, ma offeriva comodità di trasporto al negoziatore cui piacesse a lei di mandare al comandante supremo delle forze britanniche nel Mediterraneo. Accordatesi queste cose, sopravvenne l'ammiraglio Exmouth superiore in grado al Campbell, e non volle ratificare l'accordo; procedimento in tutto conforme a quello di Nelson ai tempi del cardinale Buffo. Significò poscia lord Exmouth alla real donna, non essere oramai più in sua potestà l'andarsene liberamente in Francia; accettasse con la offerta protezione dell'imperatore d'Austria la residenza in Trieste, dov'egli l'avrebbe fatta condurre da una nave inglese a ciò espressamente apparecchiata, purchè rinunziasse in avvenire a qualunque tentativo avesse per fine di farla tornare in Francia o in Italia, senza il formale consenso dell'imperatore suddetto.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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