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      Alcuni amano il papa perchè è un sovrano; il maggior numero si attacca a questo sovrano perchè è papa.
      La presenza del papa a Roma è un terribile tizzone di discordia.
      È un governo eunuco, di cui frattanto la perpetuità è uno dei capi d'opera della teocrazia.
      Portar via il papa da Roma è facilissimo: pochi gendarmi posson farlo, come fu visto non ha guari, senza che tampoco al popolo di Roma interessi più il papa che la statua di Pasquino: e forse sarebbe un'eguale imprudenza tanto a togliergli l'uno che l'altra.
      Ma il gran punto consiste nei satelliti del papismo: in quell'immensa clientela di fannulloni, di turpitudine, d'ignoranza che non sa vivere se non a spese della stolidezza e che preferirebbe morire di fame, piuttosto che far qualche cosa d'onorevole o di utile alla società.
      I sette ottavi degli abitanti di Roma, ed i due terzi del sudditi del papa non vivono se non di ciò, da circa due secoli; e non bisogna cercare altrove la causa della continua diminuzione della popolazione, come del deperimento dell'insalubrità delle campagne, della spaventevole e disgustevole depravazione delle città, e della profonda ignoranza di tutte le classi che da per tutto s'incontra negli Stati del papa, e che colpisce i meno veggenti al primo aspetto, tosto che vi si entra per qualsivoglia siasi strada; contrasto soprattutto rimarchevole per coloro che vengono dalla Toscana. Egli è Dante che abbandona il soggiorno degli eletti per entrar nell'inferno. Frattanto questo popolo abbrutito, questi uomini incolti, questi stessi


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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