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      Trovò infine povera stanza in una casa villereccia, dove subitamente raffigurato da un vecchio soldato compagno un tempo nell'armi, ebbe cibo, riposo e sicurtà di alloggiare. E nondimeno crescevano in quel mentre le angustie intorno a lui; imperciocchè una banda di armati, che sitibondi del suo sangue e delle sperate ricchezze invadevano le campagne, e minutamente ricercavano ogni villa ed ogni casale, avrebbe potuto condurlo a mal partito. Il caso, l'amorevolezza e lo sguardo vigilante del suo fedele albergatore, poterono per qualche giorno ancora sottrarlo a ricerche tanto perseveranti. Ma i tempi instavano ed i perigli moltiplicavano; instavano con maggior furore le armi indagatrici, perchè in mano di uomini invasati di opinioni contrarie, e certi della preda; laonde Murat postosi in via per a Tolone, e quivi introdotte pratiche nascoste con alcuni militari tornati alle famiglie loro dalle napoleoniche bandiere, ottenne secondo conforto di amorose accoglienze, e nave da loro apparecchiata a trasportarlo in Corsica, come voleva. Navigò in sulle prime felicemente con prosperi venti; poi surse repentina una fiera burrasca, che minacciò d'infrangere e nell'onde sommergere il debole naviglio. Ma ecco altra barca in lontananza (era la corriera, solita a fare tragitto tra la Francia e la Corsica), alla quale l'infelice re già presso a vedersi ingoiato dall'acque, palesando il suo nome, e pregando di aiuto, s'ebbe da quegli umani lo scampo dei naufraghi. Con la corriera giunse finalmente in salvo a Bastia.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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