Pagina (318/496)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Restava, che si prendesse qualche provvedimento intorno ai compagni di Murat. Certamente la qualità della impresa alla quale avevano essi partecipato, l'essere stati sorpresi con l'armi in mano ed in atto di esortare con sediziose voci i popoli alla rivolta, davano giustificata cagione al governo di Napoli di armarsi contra di loro di tutto il rigore dei giudizio con prendere anche dei primi l'estremo supplizio. Ma contento alla morte dello stromento principale, non incrudelì di vantaggio contra pochi oscuri uomini, meritevoli piuttosto di perdono come traviati, che di condanna come rei. Fattili pertanto dapprima condurre nell'isola di Ventotene quasi in luogo d'esiglio, pochi mesi dopo il re Ferdinando accordava loro la grazia di tornarsene liberi in Corsica. Ed in patria tornarono quei generosi Côrsi; ma la libertà non vi godettero, perchè li riserbava a strazii peggiori quel marchese di La Rivière spedito dianzi come regio commissario in Provenza, ed ora nella qualità medesima in Corsica. Non si credette però la Corsica campo opportuno alle sevizie, dando qualche timore la natura molto viva di quegli isolani, accresciuta dagli stimoli contro la borbonica signoria, e parve sito più adatto Marsiglia, dove gli animi erano meglio disposti verso la parte contraria ai buonapartiani. Vi furono subitamente avviati, e quivi rimasero gli uffiziali un anno intiero prigioni, sdegnando, non dirò solo le autorità di udire le querele, ma le stesse guardie di avere comunicazione con loro, come se fossero contaminati da materie pestilenziali.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





Murat Napoli Ventotene Ferdinando Corsica Côrsi La Rivière Provenza Corsica Corsica Marsiglia