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      Pio VII aveva lasciata la cura di occuparsene al suo principale ministro Consalvi; e questi, bramoso non pure di rispondere come si conveniva alla fiducia posta in lui dal suo sovrano, ma di meritare eziandio una giusta retribuzione di lode dai suoi concittadini; persuaso della importanza del mandato che gli veniva affidato, non atterrito agli ostacoli che da ogni banda gli levavano contro i cardinali e la corte del papa, stimolato a perseverare dai consigli di valenti giureconsulti, uomini molto pratichi delle faccende governative, ne' primi mesi della seguita ristorazione dič principio alla nuova composizione dello Stato, e la compģ dopo il suo ritorno dal congresso di Vienna.
      Il papa, com'č noto ad ognuno, riunendo in sč le due supreme potestą, religiosa e civile, spirituale e temporale, era richiesta una somma sagacia di mente nei consiglieri, onde non afforzare le ragioni dell'una con pregiudizio di quelle dell'altra. Per veritą, percosso, impotente, gią quasi cadavere, da lunghi anni s'agitava il papato per uscire da un labirinto di gravi e pericolose complicazioni di avvenimenti e di fatti, che tutti minacciavano al tempo stesso la spirituale e temporale autoritą. Primamente le severe predicazioni di Arnaldo da Brescia e del frate Savonarola, che assalivano di fronte gli abusi da lunga mano introdottisi nella chiesa e nelle prerogative accordate a' suoi ministri; appresso lo scisma di Lutero, le cui dottrine sottrassero al dominio dei papi gran parte della Germania, e spirarono coraggio in altri popoli a scuotere il giogo imposto loro da Roma, proclamando il principio della libertą religiosa; fra non molto, e prima ancora che la ragione si assumesse apertamente di mettere un freno alle esorbitanze papali, i privilegi a forza consentiti dalla santa Sede alla chiesa gallicana, parvero tutti infallibili segni del cielo, che il papato avesse terminata la sua missione sopra la terra, e che per un tempo indefinito fosse chiamata a surrogarlo la trionfatrice filosofia.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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