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      Noi non scriviamo cronache, ma storie; epperò, senza tenere esattissimo conto dell'ordine cronologico delle date e dei fatti, verremo tali cose via via ricordando in guisa che, anche separando ed altramente disponendo la somma delle materie, non ne rimanga a niun modo offeso l'insieme della narrazione. Avvertiamo nondimeno i nostri leggitori, che opera ardua ed inutile nell'effetto farebbe colui che imprendesse a citare letteralmente le leggi e gli editti con cui il governo di Roma providde all'ordinamento interno. Più volte anzi la legge e l'editto del principe rimanevano lettera morta, sendo che la pratica loro seguitasse quasi sempre contraria ai principii stabiliti; il che avveniva per le ragioni che abbiamo già sopra menzionate, e perchè non di rado il mandato esposto a voce ai maggiori impiegati da chi in Roma poteva più di Pio VII e di Consalvi, distruggeva in tutto o nella parte loro più sostanziale le disposizioni scritte. Chi volesse indagare a fondo la storia di tali doppiezze del governo romano, dovrebbe avere penetrato nei conciliaboli misteriosi dei cardinali, dei vescovi e dei governatori delle province, o per lo meno avere notizia delle istruzioni trasmesse nelle circolari riserbate e segrete agli agenti secondarii del potere dai capi dei varii uffizii o dicasteri di Roma; ed a noi non fu dato di poterle leggere, molto meno di sapere il loro contenuto. Ma dagli effetti palesi appariranno molte cause ignote o celate, e per quali indagini si possa sicuramente raggiungere la verità; apparirà ancora, perchè fossero in Roma vigilanza di governo e provvide leggi intorno alla percezione dei dazii, e nondimeno prevaricazioni e rubamenti di coloro che dovevano farle eseguire; erario povero ed esattori di pubbliche entrate ricchissimi; minacce di pene severissime contra i disonesti amministratori della finanza, e con tutto ciò sempre crescenti le estorsioni, maggiori i trovati di far servire i denari dello Stato ai negozi o ai dissipamenti di particolari impiegati; donde dilapidazioni, vuoti e ladronecci quasi sempre avverati, rarissime volte riparati, spesso impuniti.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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