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      Così suonavano le parole. So bene, che bastava alla generosa Francia l'averle con enfatica allocuzione pronunziate dalla tribuna, ma che poi non si teneva più oltre obbligata a darle alcun peso co' fatti; ma il tempo era alla fine venuto in cui i popoli, riconoscenti ai benefizii da lei ricevuti, le dimandassero nondimeno strettissimo conto del suo mal fare e dell'ingiusto suo rapinare; quindi i principi d'Italia di continuo insistevano per la restituzione di quelle memorie tanto pregiate dell'antichità, di cui li aveva un tempo privati la barbarie dei repubblicani invasori, e le forze dei confederati s'erano allora raccolte grosse ed ordinate in Parigi per avvalorare le insistenti dimande dei principi, congiunte questa volta con l'universale desiderio dei popoli italiani. Era tolto di mezzo l'inciampo del principale autore di quelle rapine, mirando veramente Napoleone col vezzeggiare la vanità più che femminile de' suoi Francesi ad averli ciechi strumenti delle ambiziose sue voglie; i rappresentanti dell'Inghilterra richiedevano formalmente i reggitori francesi della restituzione delle involate pitture al re dei Paesi Bassi; facevano i generali prussiani le medesime dimande per le preziosità loro dopo la disfatta di Jena traslocate da Berlino a Parigi: era cosa più che evidente, che quello che si voleva per giustizia consentire all'Inghilterra e alla Prussia, non si potrebbe per arbitrio ricusare all'Italia. Vero è, che i Francesi presentendo il caso, e non potendosi in alcun modo persuadere, che quello che s'erano essi una volta appropriato dovessero dipoi restituire ai legittimi suoi possessori, nella convenzione di Parigi vollero introdurre un articolo separato, per cui si obbligassero i collegati a lasciare intatte le pubbliche proprietà, come musei, gallerie e simili; ma i negoziatori e comandanti delle forze inglesi e prussiane, che non volevano privare le nazioni del diritto di richiamarsi dei torti fatti loro in passato dagli emuli di Brenno, risolutamente negarono il patto addimandato.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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