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      Infin dall'anno 1808 aveva il re di Baviera abolite ne' suoi Stati le servitù personali, data promessa di migliori franchigie, e riconosciuta in massima la necessità di forme rappresentative; ma i tempi non apparivano allora favorevoli a questa sorta di governi, opponendovisi da un lato l'Austria, potente e nemica per tradizioni di famiglia, dall'altro Napoleone, potente e nemico per indole naturale. Fu soltanto nel mese di maggio dell'anno 1818, che il re di Baviera pubblicò ne' suoi Stati la carta costituzionale; la quale, sebbene palesasse alcune parti imperfette o viziose, massime gli antichi privilegi della nobiltà riconosciuti e quasi nella piena integrità loro lasciati, pure non poche altre parti buonissime in sè conteneva, perchè ammetteva per base dello statuto e solennemente bandiva il rispetto ai diritti della nazione. Allora si pubblicò parimente il concordato concluso l'anno avanti colla santa Sede; ma presto insorsero difficoltà che ne ritardarono l'appruovazione, insistendo Roma per la sanzione piena ed intera, ed essendosi gli animi dei protestanti della Baviera aspramente risentiti a quell'avvenimento, temendo essi di vedere compromesso il culto loro formalmente e per legge guarentito dal re. Non era la opposizione dei protestanti mossa a caso o per inconsiderata avversione a Roma, ma solo per far prevalere principii di giustizia e di tolleranza nelle materie religiose, e non provocare occasioni di scandalo pubblico e contrarie alla tranquillità dello Stato. Ma i ministri della santa Sede vie più si ostinavano, credendo anzi di scorgere negli articoli dello statuto alcune espressioni da cui potevano ricevere offesa i regolamenti della chiesa romana, e ne fecero rimostranze al governo bavaro, non senza qualche amarezza nelle parole.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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