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      Durante ancora lo stesso anno 1819, il pontefice di nuovo infermò; e perchè più grave il male degli anni passati, si temeva che presto avesse a rimanere vacante la cattedra di san Pietro. L'Austria veniva ogni giorno afforzando i posti e il numero delle sue truppe verso il Po, ed ogni giorno partivano appositi corrieri dall'ambasceria austriaca in Roma per Vienna a recarvi le nuove della salute del papa. Accorrevano da un'altra parte soldati napolitani a fingere esercizii ed opere assidue di guerra nei campi di Sessa; ma ignote anche ai più esperti nelle materie di Stato le cause di quell'affaccendarsi degl'imperiali e dei regii, e del romoreggiare così insolito che facevano le armi loro ai due opposti confini del territorio romano. In breve però s'udirono voci incerte e vaghe, accreditate in parte da confidenziali affermazioni di statisti autorevoli, che qualche cosa svelavano dei nascosti disegni alle menti inquiete. Riferivano, veritiere o mendaci quelle voci, di un patto segreto ideato la prima volta in Vienna, fermato l'anno innanzi in Aquisgrana, e dipoi assentito dalle tre corti amiche di Russia, Prussia ed Austria, per cui quest'ultima potenza s'ingrandirebbe di nuovi acquisti in Italia, dal lato del Piemonte verso Alessandria, e dal lato di Roma verso Bologna, comprese le due piazze di Ferrara e Comacchio già occupate dalle sue truppe; acquisterebbe inoltre l'esercizio di un protettorato militare sopra la rimanente penisola italiana; avrebbero dal canto loro adequati compensi, la Russia coll'unire il possesso della Gallizia a quello della Polonia, la Prussia coll'aggiungere a' suoi Stati l'intiero reame della Sassonia; tenersi celato il nuovo patto fino a sede vacante al sommo pontefice Pio VII per non attristare la sua vecchiezza; ma non ignorarlo, ed anzi favorevolmente accettarlo e gradirlo alcuni degli stessi personaggi più influenti in corte romana; spettarsi ancora per debito di giustizia un conveniente compenso al re Ferdinando Borbone defraudato della speranza di riunire al suo regno i possedimenti dell'isola d'Elba, di Piombino e dei Presidii, e prepararglisi un ingrandimento nelle Marche.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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