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      S'ha quell'il voltoSchiacciato molto
      E nero nero,
      I denti in fuor;
     
      E s'aquilinoTien il nasino,
      Io dico il vero,
      Vi jett' ancor.(80)
     
      Quell'omicciottoA bussolotto,
      S'ha naso a ficoE pancia su;
     
      Il capo a zucca,
      Porta perrucca,
      Il vero dico.
      La jetta piú.(81)
     
      Quel bianco bianco,
      Occhio infocato,
      Mezzo sbarbato,
      Capo a tambur:
     
      Se li dà fineSul ciglio il crine,
      Vi parlo franco,
      La jetta pur.(82)
     
      S'in volto ha tarloE tondo il mento,
      Vi parl' a stentoSenza guardar,
     
      Ciglie ha di gatto,
      Occhi di matto,
      Franco vi parlo,
      Vi sta a jettar.(83)
     
      Di poi fuggite,
      Donne mie care,
      Lagrime amareChi mai versò,(84)
     
      Chi lod' a guazzo,(85)
      Ride da pazzo,(86)
      In fin fuggiteChi vi turbò.(87)
      PROSA SETTIMA
     
     
      SUI MEZZI DI PRESERVARSI DELLA JETTATURAA' MALVAGGI JETTATORI
     
      Eccovi scoperti, o perfidissimi jettatori. Voi che, sovvertendo l'ordine delle cose, riempite il mondo di duolo, discacciati un giorno dall'umano commercio, come que' che non fanno che assassinare, piangerete soli le disgrazie che i vostri puzzolentissimi effluvi, i velenosi sguardi e l'accesa vostra fantasia tentano di rovesciare sugli altri. Io al certo vi compatirei, jettatori esecrandi, se ravvisass'in voi un innocente delitto, ch'è quanto a dire, se dalla natura cosí formati, senza saperlo la natura stessa, offendeste. Ma, ahi, che voi, empi piú dell'empietà medesima, famelici de' nostri danni, divoratori de' beni altrui, comprendete a capello non solo quanto ci arrecate di danno, ma anelanti, niente meno che cervi per le chiare sorgenti, in traccia andate delle piú belle occasioni per infamarvi.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79