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      Gli ho scritti adunque in mezzo alle occupazioni piú serie, in mezzo alli piú seri pensieri, e con tal folla, che non rimanendomi di libero fuor che pochi momenti del dopo pranzo, questi soli nel cortissimo giro di una settimana vi ho impiegati. Una produzione dunque non esaminata, non corretta, non pensata in prima, e con celerità incredibile mandata ne' torchi, non meritava di presentarvisi con prevenzione ed inviti. Che se poi ha saputo per sorte tirare la vostr'attenzione, con farsi leggere sino a questo segno, non dirà la medesima:
     
      Nec sum adeo informis: nuper me in littore vidi;
     
      dirò ben io di avere acquistato il diritto di essere, qui da voi ascoltato: non cosí se vi foste annoiato alle prime. Non vorrei per tanto che mi credeste ardito e confidente con voi, se vi ho presentato parto di pochissime ore. L'oratore romano diceva: «Uccelli e pitture fatte in un giorno sono sommamente divini»; ed uno spartano ripeteva spesso: «Noi offriamo cose comuni per potere avere ogni giorno i modi d'onorare gl'Iddii». Se adunque apprendiate questa come un parto estemporaneo, sarà certamente degna della vostra osservazione; se come una produzione comune, la frequenza colla quale vi si presentano le cose mie ve la renderà gradevole.
      L'oggetto che ho io avuto nel pubblicarla, è stato solo di presentarvi un quadro fedele, dove effigiato vedeste al vivo la jettatura, le maniere colle quali opera, i principi che la producono, i segni co' quali si manifesta, i jettatori medesimi ed i mezzi co' quali preservarvene.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Iddii