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      (22) L'Amico molto eruditamente e da vero filosofo ha esposto quanto si poteva dire sulla jettatura, come chiaro apparisce, dandoseli un'occhiata. Si tratta dunque di quello che ha progettato, avendo egli mossi piú dubbi, gettati alcuni lanci sull'argomento.
      (23) Ed ecco quella che abbiamo detto jettatura fisica, cioè che attacca le qualità della nostra corporea sostanza. Quanti fatti succeduti si potrebbero qui arrecare, quanti pareri, quante dottrine a proposito? Molti e poi molti per certo. La Cicalata dell'impareggiabile amico n'è ricolma a dovizia, però nulla vi aggiungo. Si legga la medesima, che si troverà quanto su tale materia si può desiderare.
      (24) Questa è la jettatura morale: agisce sugli atti della volontà, o dell'affascinato, o di chi può influirli a vantaggio. Si è voluto additarla qui, benché questo capriccio, a propriamente dire, riguardasse la fisica. E si è fatto per rapportarne la distinzione.
      (25) Veleno è tutto ciò che produce nel corpo nostro violenti e non naturali mutazioni. Lento poi se operasse non in istante.
      (26) Non agendo che sulla sostanza corporea, deve essere anch'ella sostanza corporea: «Quod si non esset, nulla ratione moveri / Res possent. Namque officium, quod corporis extat / Officere, atque obstare, id in omni tempore adesse / Omnibus». Anzi, non producendo l'effetto che sulle parti o qualità sensibili del nostro corpo, non può consistere che in parti sensibili. Queste parti sono gli effluvi. Colpiscono immediatamente il fisico, né oltrepassano il solido, qualora per questo s'intenda ciò che non è volatile ed invisibile ad occhio nudo.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





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