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      Si dice poi veleno, in quanto opera immediatamente e produce effetti mirabili.
      (27) Ecco la fisica jettatura considerata ne' propri aspetti. Il dottissimo amico la chiama patente. E forse di quella che opera senza conoscerne la maniera: dove quell'altra di cui si è poco prima parlato se ne conosce il modo: e molto rettamente chiama meccanica la cagione che la produce.
      (28) In ragione che cresce il quadrato della celerità, cresce l'effetto prodotto da uno stesso corpo.
      (29) Trattandosi di particelle corporee, che dipartendosi dal jettatore vengono a produr disordine nel corpo nostro, operar devono col momento che acquistano, ed essendo questo nella ragion composta dalla duplicata della celerità e semplice della massa, maggiore effetto producono se vengono spinte con piú forza dal jettatore. Colla celerità medesima, ed intensità colla quale saranno fatti tanti e sí diversi movimenti, voi ne rimarrete per conseguenza preso ed accagionato; le grazie che piú veloci e pronte si fanno, disse Luciano, sono piú soavi. Cosí la jettatura sarà piú formidabile, quanto piú celere e pronta. Se dunque i jettatori schiamazzano, si dimenano, fanno de' gesti caricati, e celeri, fuggite allora: «Appunto come se si versa un vaso. / In certi luoghi puzzolenti e impuri, / Ognuno fugge e ottura forte il naso».
      (30) Gli effetti seguono la diretta delle cagioni produttrici.
      (31) Non mi ci fermo un momento. Non v'è bellezza che non fosse riguardata, non virtú che non fosse invidiata.
      (32) È abbastanza noto a' fisici: l'effetto sensibile è sempre nella reciproca dell'ostacolo che una forza incontra.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Trattandosi Luciano