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      Lo stesso attestano i viaggiatori de' monti. I vapori che salgono da terra si disperdono nell'atmosfera, e perché tenuissimi e meno gravi, si sostengono nell'aria; ma se poi per qualsivoglia cagione s'uniscono, s'ingrossano, fatti piú gravi del mezzo ove nuotano, cadono in piogge.
      (57) L'aria è un fluido, e come tale affetta sempre l'equilibrio nelle sue parti. E conseguentemente mossa una porzione, l'altra, che sta vicina, corre impetuosamente a riempire il vuoto da quella lasciato e mettersi in equilibrio. Tale influenza vien detta da' Fisici Vento, Procella poi, se questo vento va accompagnato con pioggia. Posto adunque che per qualsivoglia cagione venga a scuotersi l'aria in una parte, vi nasce il vento; e la procella se a quello che produce la pioggia vi si aggiungesse ciò che mette l'aria in moto ed agitazione, di che ne parleremo piú appresso.
      (58) Franklin nel mese di Giugno 1752 fece andare in aria un Cervo volante da noi detto Cometa, e ciò fece in tempo nuvolo e procelloso: da lí a poco si accorse che alcuni fili di spago si addirizzavano, si attraevano e si discacciavano; accostando il dito alla chiave che stava attaccata all'estremità del filo che tratteneva la cometa, vide uscire una scintilla con iscoppio, nemmeno di quello che si vede accadere appressandolo alla macchina elettrica; e quivi, accostando alla chiave una caraffa di Leyden, caricò la bottiglia, come si fa nelle macchine comuni. Da lí in poi è posto fuor di dubbio che la materia elettrica sia sparsa da per tutto, che le nuvole e l'atmosfera superiore ne contengano una gran quantità.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





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