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      Richiamate per un momento le idee, rappresentatevi la materia della jettatura, combinatela coll'elettricità, e senza che io vi secchi di vantaggio tiratene da per voi la conseguenze. Or chi potrà salvarmi dalla mia jettatrice? Ella è distante dalla mia loggia non piú di cento passi, dovrò dunque esser certo di risentirne gli efflussi. Buono per me, che tengo a lato della casa una amabilissima signora, e di quelle che riparano alla jettatura. Quando mi sento, come dal fulmine, colpito dalla mia malefica, ricorro ai benigni influssi della vezzosissima donna, e mi riconforto, mi ristabilisco, mi ricreo un momento Per la qual cosa non dirò a lei come disse il Chiabrera:
     
      O begli occhi, o pupilletteChe brunette
      Dentro un latte puro puroM'ancidete a tutte l'ore
      Con splendoreD'un bel guardo scuro scuro
     
      Ma molto bene dirò collo stesso:
     
      Alfin tutti gli ardori,
      Alfin tutti i licoriCari nei liti Eoi
      Son dentro agli occhi tuoi,
      Ed èvvi pur non menoUn non so qual sereno
      Ch'uomo non vide ancoraNel seren dell'Aurora
     
      Né cosí mai risplendeIl sol quand'egli ascende
      Ricco in fulgida vesteSovra il carro celeste,
      E l'universo infiamma
     
      E meglio assai col Petrarca dirò di lei:
     
      Poi che Dio, e Natura, ed Amor volselocar compitamente ogni virtute
      In quei be' lumi ond'io gioioso vivo;
      Questo e quell'altro rivoNon convien ch'io trapasse, e terra mute:
      A lor sempre ricorroCome a fontana d'ogni mia salute.
      E quando a morte io ben jettato, corro,
      Sol di lor vista al mio stato soccorro.
     
      Sarei sicuro di non temere piú nulla de' jettatori, se mi fosse sempre permesso di fermar a lei lo sguardo, e non gettarlo talvolta come di traverso, e con ragione:


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
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