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      È però da notarsi che quelle di sopra 40 anni non l'ho tali osservate; molto bene l'altre, che non sono giunte a quest'età, e però mi ho servito del diminutivo damina. Si perdesse col tempo quel non so che di malefico? Provenisse da una vivacità maggiore di spiriti? Si sviluppasse da una piú vivace fantasia? Queste sono sempre forbite e raffazzonate, di qualsivoglia ceto si fossero.
      (80) Se lo vedesse il Signor de Lancre giurerebbe che fosse il diavolo. I jettatori di simile figura li fecero forse dire che satanasso, tutte le volte che è venuto sopra la terra, avesse preso stravagante forma. Poté uno, dice il Signor di Montesquieu, pensar mai che un essere sapientissimo abbia messa un'anima, e sopra tutto un'anima buona, in un corpo tutto nero? Potrà uno pensar mai, anch'io qui ripiglio, che un corpo di siffatta taglia possa non esserci di funesto incontro?
      (81) Ogni nota delle rapportate specifica un jettatore. Io l'ho osservate tutte unite in un sol soggetto; ogni qual volta l'incontro, mi sconvolge lo spirito ed il corpo, e son sicuro di non venirmene una buona in quella giornata. A proposito della perrucca. Quando è questa portata da chi tiene un altro sensibilissimo distintivo, per esempio, troppo pingue, troppo magro, troppo alto, troppo basso, zoppo, miopo in grado avanzato, troppo nero, col naso, i denti o la bocca molto fuor di misura. E tutti i senati in generale. («Che siete genti virtuose, e brave / E forse inteso certamente avrete / Quel bel proverbio a signatis cave»). Siate sicuro di esser quelli tutti jettatori.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Lancre Montesquieu