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      Povere donne, quanto vi compiango! E chi sa che la scaltrezza degli uomini non avesse escogitato a voi tali cose, per avervi appunto come tanti parafulmini, ed in una parola per parajettature? Scuotetevi, se è possibile: l'uomo, di voi senza paragone piú scaltro, ha cercato sempre i suoi vantaggi colla vostra rovina. Quelle cose che voi apprendete come tanti distintivi e doni concessi alla vostra bellezza, non sono che catene colle quali l'uomo vi tiene avvinte e soggette. Sono uomo anch'io: comprendo però lo spirito di tanti ritrovati a vostro danno, e non posso contenermi di dirvelo. Scuotetevi, se è possibile, ripeto. Voi risentite il giogo in ogni momento, e cercate di scuoterlo in tutte l'ore, ma non per le vie dritte, e per quelle che condur vi possano al fine. Coltivate lo spirito, imparate a pensare, ragionate; in una parola avanzatevi nelle lettere e sarete vendicate, libere, ragionevoli.
      (90) Un amico forte si meravigliava, perché le signore donne in questi ultimi tempi vadino cosí coperte di vetri e di cristalli: io tolsi a lui la meraviglia col dirgli: l'hanno inventato i mariti, per levarsi presto la seccatura delle mogli. Possibile! egli riprese; tanto è li soggiunsi, e spiegandogli l'arcano, perché l'uomo ripieno è di un lume superiore di filosofia, ne rimase convinto. Chi può resistere ai replicati assalti della jettatura? Una macchina sensibile qual è quella delle donne, a lungo andare dovrà cedere, scomponersi, rovinare. I cristalli, i vetri, le gemme sono tutti corpi, che hanno l'elettricità vitrea: quanto suona tal vocabolo, lo sanno i fisici; io lo spiegherò a voi, bellissime donne, affinché veggiate, che la jettatura nelle vostre gioie si nasconde «Come angue suole in fredda piaggia il verno». Tutti quei corpi che hanno l'elettricità vitrea raccogliono da' corpi vicini la materia elettrica; se un globo di zolfo si strofina in una punta d'un conduttore, ch'è carico di elettricità resinosa, e dall'altra punta si strofina un altro globo di vetro, che ha la vitrea, nel conduttore non si vedrà mai una scintilla di fuoco.


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Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79