Pagina (77/79)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      S. Gregorio Turonese dice che, scavandosi ne' ponti di Parigi, fu trovato un pezzo di rame con la figura di un topo, d'un serpente e di un fuoco, che poi essendo negletto, guastato o rotto si vide un gran numero di serpenti e topi, ed afflitta la città spesso d'incendi. Leggo anche presso Chomer, che in Egitto, quando si voleva far cessare la gragnola, quattro donne affatto ignude si coricavano in terra col ventre su, ed i piedi sollevati: che pronunciavano alcune parole, e cessava immediatamente. L'Ambasciadore de' Brevi dice che una pietra intagliata in forma di scorpione e riposta nelle mura di Tripoli esterminò tutti gli animali velenosi che l'avevano per lo innanzi infettata. Io ripeto, non ci credo, ma non voglio mettermi a scranna e decidere.
      (108) Cosa molto efficace. Si disturberà cosí l'efflusso malefico; e poiché a quella razza di jettatrici esce del seno, ed è di natura acida, il terreno, ch'è inzuppante, lo tratterrà nel seno medesimo, e quando anche non vi giungesse, quell'impressione romperà l'efflusso e lo dirigerà altrove.
      (109) Questo è un fiore, ch'è detto guanto di nostra Signora, conosciuto dagli antichi sotto il vocabolo Baccar, e se ne cingevano la fronte per non restarne ammaliati. Loyer pretende che sia valevolissimo contro le male lingue, e però secondo Virgilio contro i jettatori che lodano: «Aut si ultra, placitum laudarint baccare frontem / Cingite, ne vati noceat mala lingua futuro». Io l'ho sperimentato molto efficace contra le jettatrici di siffatta razza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Capricci sulla jettatura
di Gian Leonardo Marugi
pagine 79

   





Gregorio Turonese Parigi Chomer Egitto Ambasciadore Brevi Tripoli Baccar Virgilio Cingite