Pagina (105/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Una delle schiave stese la coppa, che da un'altra fu tosto riempita; ma nell'affrettarsi a recare quel rinfresco alla sua padrona, la giovinetta inciampò contro uno de' cuscini, la coppa versò qualche poco, e alcune goccie del liquore gelato caddero sui piedi di Faustina. Corrugò essa il sopracciglio, e nel prendere la tazza con una delle mani bianche e magrette luccicanti di preziosi anelli, additò con l'altra alla schiava la macchia umida del vino sul suo calzaretto; poi lentamente centellando vuotò la coppa, senza intanto mai tôrre il nero e profondo suo sguardo di dosso alla schiava, la quale cominciò a tremare e impallidire...
      «Appena la gran dama ebbe bevuto, che molte mani si stesero a gara per ricevere la coppa... Buttatasi allora svogliatamente all'indietro e appuntellatasi col gomito a un cuscino... Faustina... si mise a sorridere con ghigno crudele; quel riso lasciò apparire due fila di piccoli denti bianchissimi tra le labbra vermiglie... di un rosso di sangue... Finalmente ella disse alla schiava che aveva sbadatamente versate le poche goccie del vino:
      «- Filenia (io scrissi Atìde) qua, in ginocchio...
      «La schiava atterrita, tremando, obbedì.
      «- Qua, più vicina - disse Faustina - anche più vicina... che io ti possa arrivare.
      «Filenia nuovamente obbedì ...
      «Faustina la contemplò alcuni istanti con certa compiacenza feroce, poi disse:
      «- Il ghiomo.
      «A quelle parole, la schiava stese le mani supplichevoli verso la sua padrona; ma questa, senza manco parere si accorgesse di quel gesto di preghiera, disse a un Negro gigante:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Faustina Atìde Faustina Negro