Pagina (115/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Le eranie o tiàsi greche, d'Atene, di Rodi, delle isole dell'Arcipelago, belle e buone società di assistenza, di assicurazioni mutue, di pietà, di onesti diporti conviviali e quasi domestici, ebbero bentosto anche sulle rive tirrene il loro riscontro nei collegii o ceti, per lo più di genterella minuta, di veterani, persino di schiavi; che ne' modesti loro convegni, portando alla sala comune, alla schola, come chiamavanla, ciascuno la propria sportula, chi il pane, chi le sardelle, chi l'anforuccia di vino, e menando seco le loro donne, gustavano qualche oretta di riposo e di svago, santificata dal contributo che davano e dal culto affettuoso che promettevano ai comuni sepolcri. Questi furono i primissimi focolari ove il Cristianesimo facilmente attecchì. Portata attorno da gente semplice ma profondamente convinta e devota, una dottrina che in un mondo di lussuriosi, di violenti, di prepotenti, predicava umiltà, fraternità, abnegazione, che a uomini senza patria ne apriva una nel cielo, era sicura di far cammino. Ed una delle prime sue tappe in Occidente fu appunto quella Pozzuoli, ch'era, a dir così, uno scalo di Roma, un convegno di Sirii e di Ebrei, fatto apposta per la predicazione di quel povero tessitore che vi approdò, da detenuto politico, dopo una traversata delle più tempestose. Era stato sfrattato da Gerusalemme, più per quetare i conflitti suoi coi preti di laggiù, che non per importanza seria che gli avesse attribuito il comandante romano della colonia. Un singolar prigioniero dopo tutto, amato dai custodi, visitato, ascoltato, ammirato dal popolino.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Atene Rodi Arcipelago Cristianesimo Occidente Pozzuoli Roma Sirii Ebrei Gerusalemme