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      A tutto questo armamentario delle ordalìe non mancava però il corredo di una sequela di benedizioni, esorcismi, scongiuri senza fine, di cui il caposaldo era, beninteso, sempre nelle mani del sacerdote. Alla Lunga, la casta guerriera, che non pativa il giogo del sacerdozio senza tentare tratto tratto di scuoterselo di dosso, se ne stancò; e all'ordalìa, tutta chiesastica, s'impuntò di sostituire il duello, ch'era almeno affar suo. È curioso a vedersi nelle storie il contrasto durato lunga pezza tra questi due assurdi. «Da una parte - dice il Montesquieu - gli ecclesiastici avevano a cuore che in tutti gli affari del secolo si facesse ricorso alle chiese e agli altari; dall'altra una superba nobiltà amava di sostenere le proprie cause colla spada.» Papi e Imperatori entrarono di mezzo; il duello finì con prevalere; all'ordalìa successe il judicium Dei per mezzo dell'armi. Gondebaldo, re di Borgogna, fu di tutti i re quello che il favorì da vantaggio. «Presso una nazione unicamente guerriera - continua l'acuto autore dello Spirito delle leggi - la codardia suppone altri vizii... chi sia ben nato non mancherà, di solito, della destrezza che deve allearsi colla forza, nè della forza che deve andar di pari col coraggio... E la forza, il coraggio e il valore essendo in una nazione guerriera stimati sopra ogni cosa, delitti veramente odiosi saranno quelli che nascono dalla codardia.» Così accadde che «quest'usanza mostruosa del duello giudiziario - sono ancora parole del Montesquieu - fu ridotta a principii, e formò un corpo di singolare giurisprudenza.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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