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      Movidos de compasionDe ver que mueren sin causa.
      Los mas famosos guerrerosQue tuvo y tenia España,
      Curanles de las heridasY aderézanles las armas,
      Regalanlos con comidasEn blandas y apuestas camas
      Diciendoles: «Aunque somosDe ley y nacion estraña,
      Vuestro valor nos obligaA que aquesto y mas se haga.»
     
      Ma il traditore don Consalvo accusa i due capitani mori ad Almanzor. Il Re li chiama a giustificarsi; e, dimandati,
     
      Ambos responden: «Señor,
      Es razon en guerra usadaQua al enemigo vincido
      No se ha de tirar la lanza;
      Mas cuando la traisonEs de su daño la causa,
      Al mas riguroso pechoLe vuelve de cera blanda:»
     
      e chiedono in grazia che si rinnovi con altri cavalieri la prova dell'armi. Del di più, la ballata vi lascia in sapore. Se non che atrocissima è quella ove Almanzor occupa il dinanzi della scena. Il Moro ha ospite suo il Gonzalo, il padre dei giovani prodi, prigione anch'egli, ma ben degno di sedere a mensa di Re:
     
      Que bien puede con los Reyes
      Comer al señior de Salas:
     
      però, volgendo il pasto alla fine,
     
      Dice el Rey: «Gonzalo, amigo,
      Un costoso plato falta;»
     
      e l'ospite canuto risponde cortesia, sberrettandosi. Ma in questo, arriva un gran vassojo con sopravi una tovaglia: lo si scoperchia: sono le sette teste recise.
      Per non lasciarvi, gentil Donne, con un sì atroce commiato, vi dirò che se un'altra leggenda non mènte - e non è leggenda questa delle mie solite, ma riferita per autentica dal Dozy nelle sue Investigaciones - vi dirò che Almanzor, in una delle sue spose cristiane, trovò pane per i suoi denti.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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