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      E a voi, fallite per le vie del mondoAnime care, che d'amor sentiste
      Troppo la gioja, oppur troppo il tormento,
      So ch'è pietoso offrir segreta, in fondoD'alcuna ajuola solitaria e triste,
      La salute de l'ultimo memento:
      So che mite concentoLevan preci di donna in fondo al coro
      Là della chiesa giù ne l'ombre persa;
      E che l'anima tersaFanno lagrime amare e pio lavoro:
      Nè ch'io vi nieghi mai, care, pensateVenia che dievvi d'Esmeralda il vate.
     
      Ma qual non v'apre al generoso istintoDel voler bene, del ben far, del porre
      La vita intiera in beneficio altrui,
      Quale arringo il gentil di bende cinto,
      Pur glorïoso al par di quel d'Ettorre,
      Drappello che contende a' regni buiGli umili infermi sui?
      Dei baldi allori onde s'allieta il forteEvvi tal che a mertar condegno vaglia
      La gagliarda battagliaChe sostien Carità contro la Morte?
      Deh al suo lido volgete alte le prode,
      Ch'esser sorelle sue vince ogni lode.
     
      Non però sepolcral genio presumaAlle felici a cui Natura il passo
      Vêr le floride scorge are d'Imene
      Selvaggio attraversarsi, e nella brumaSpignerle ove s'asconde, ahi tardo e lasso,
      Chi nel dolore assottigliò le vene:
      Al dolor si convieneAltra tenzone, ed altra a quel che adduce
      Gentil soffio d'amore e di fortunaVerso candida cuna:
      Negli occhi vostri il Ciel, Donne, riluce:
      Ma colei che al suo bimbo il guardo inchinaPiù somiglia del Cielo a la Regina.
     
      E tu Canzon, che il lidoCercando vai dove amoroso e lieto
      Presso l'onda correnteStormir blando si sente
      Un fresco ed odorifero palmeto,
      Le angeliche saluta intrepid'alme;


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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