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      Le truppe accampavano sulle piazze, squadroni di cavalleria percorrevano le strade. Gittata sulla città questa rete strategica, l'operazione principiò. S'abbattevano le porte, s'invadevano le case, si piombava improvvisi nel cuore delle famiglie.» Quali violenze vi si perpetrassero, lo denunziava al Senato francese il Principe Gerolamo Napoleone, di cui ricordo a titolo di lode le vibrate parole: «Il tale non c'è? Si piglia suo fratello. Non c'è il fratello? Si piglia il padre, lo zio, quel che capita. Tutto fa, perchè tutto è polacco.» - «La durata della ferma e l'immensità delle distanze - soggiungeva il Journal des Débats (9 febbraio) - implicano il distacco assoluto e perpetuo dell'arruolato dalla famiglia; la durezza della disciplina, la difficoltà se non l'impossibilità di salire a gradi superiori, fanno somigliare la ferma a un servaggio... A qual fine poi, che non sia illecito da confessarsi, aggravar la leva con rigori intollerabili? Farla cadere su una parte sola della popolazione, quella delle città; lasciare indeterminata la misura del contingente per poterla indefinitamente estendere; escludere il sorteggio stabilito dalla legge, e sostituirvi l'arbitrio di Giunte, investite anche del potere esorbitante di prescindere dai titoli legali d'esenzione? Tutto codesto che altro era se non coprire col nome di leva una proscrizione sistematica, intesa a rapire a un popolo infelice la parte più viva della sua gioventù, e a farla sparire per sempre nella servitù e nell'esilio?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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