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      Non abbiamo per noi che la forza materiale.» Preziosa, inestimabile confessione! Noi Italiani, ai quali piovvero, un tempo, di codeste ammonizioni e di codesti compianti, auguriamo alla prode nazione polacca che fruttifichino per lei, come per noi fruttificarono, la suprema delle fortune, di ricuperare un dì o l'altro - Dio ha di questi prodigii in serbo - la patria.
      E qui, gentili Donne, dovrei porre a così lunga e purtroppo così lugubre Nota il suggello. Non posso. Sarebbe farvi perdere un tesoro, la certezza, cioè, di possedere nella fantasia poetica, attribuita alla mia prigioniera polacca, un documento autentico, e direi quasi una reliquia di martire. Devo la storia di lei insieme con la reliquia, a un esule gentiluomo polacco, il conte Ladislao di Sas Kulczycki, al quale ne rendo qui pubbliche grazie. E vi trascrivo senz'altro la maggior parte di una lettera ch'egli mi ha fatto l'onore d'indirizzarmi:
     
      «Roma, 16 agosto 1890.
     
      «Gentilissimo signor Senatore,
      «Ebbi la sua cortese lettera del 9 agosto. Eccole il testo originale d'Isella, della giovane principessa Giannina Czetwertynska.....
      «Non credo che il Langlart potesse sapere qualche cosa della principessa Giannina (in polacco Janina) Czetwertynska. Non si fece mai pubblicità delle sue vicende, che la famiglia sua, di cui sono l'intimo amico, tenne sempre nascoste. Tuttavia, essendo passati molti anni, dò a V. S. Ill.ma piena facoltà di pubblicare quei fatti, come pure la fantasia poetica d'Isella, il cui testo italiano è completamente inedito.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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