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      Le sue bionde chiome ondeggiavano sulle candide spalle, il grazioso corpo era coperto di veli d'argento, mentre lo scalzo piede giuocava nelle acque d'un cristallino ruscelletto, che quivi passando veniva a baciarlo; perchè dire che ella era bella, quando bocca umana non può esprimere la sua beltà? Essa lo ignorava; chi glielo avrebbe potuto dire? Solitaria viveva in quel solingo ma delizioso luogo. Un sorriso melanconico impresso sulle sue labbra esprimeva la tristezza e l'abbattimento; un sospiro venne ad alleggiare quella pensierosa giovinetta; ma come se si fosse ricordata di un mezzo per rallegrar l'animo abbattuto, apre la bocca, pone le mani sul petto, alza gli occhi al cielo, e allora freme la terra, risuona il bosco, echeggia il monte... Odesi una voce divina; si, è dessa che canta le lodi del Signore... Flutti d'armonia si spargono nell'aria, mille suoni variati si seguono, allegri, tristi, riempiti di un sacro fuoco; l'anima della vergine si alzava col suo canto... dagli occhi suoi cadevano goccie perlate, e alfine come rapita cadde sul musco, palpitante di emozione ed ebbra di armonia!... Tacque tutto... l'eco ripetè l'ultima nota morente... e nulla più venne ad interrompere il riposo d'Isella.
      «E così si ripeteva ogni giorno quel canto, che manteneva la vita nel seno della fanciulla. Un dì aveva già aperto la bocca, le mani posate già sul petto, quando fu interrotta da un gemito, e si trovò in faccia ad un biondo putto che piangente si gettò fra le sue braccia. Sorpresa e contenta, gli rese le sue carezze.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Isella