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      - Che patto? - vi odo chiedere, gentili Donne. Ahimè, io non Vi so dire dove lo possiate leggere, se non lo trovate scritto nel vostro cuore. Molti, anche al nostro tempo, hanno preteso di dettarlo, ma quando l'hanno voluto formulare senza fede nel sentimento, e pigliandosi l'abaco soltanto a maestro, non sono riusciti, da Owen giù fino a George, via via passando per Fourier, Considérant, Cabet, il padre Enfantin, Marx, Lassalle e tutti gli altri, se non alla confusione e alla delusione. Piacesse a Dio che si potesse rendere perpetua, in vece della opulenza per gli uni e della indigenza per gli altri, un'aurea mediocrità in pro di tutti! E non è detto che non ci si possa anche dar opera in molti modi ingegnosi e sottili. Gli è quello che hanno fatto e vanno facendo a mano a mano legislatori e sociologi, col toglier via le immunità e i privilegii d'ogni sorta; col dare al lavoro facoltà di tener testa, sul mercato, al monopolio; coll'insegnargli le virtù dell'associazione, della cooperazione, della previdenza, del risparmio. Quando però il pareggiamento lo si vuol fare per forza, ne va di mezzo qualche cosa di altrettanto prezioso quanto la vita:
     
      E per amor del vivere si perdeQuel ch'è d'amar la vita alto argomento,
     
      la libertà. Troppo chiaro: le attitudini non essendo uguali in tutti, se voi volete che nessuno produca e accumuli più d'un altro, bisogna che obblighiate tutti a conferire il prodotto insieme, e a contentarsi poi di ricevere da un reggitore la propria razione. Or che questo sia l'ideale dell'uomo libero, non so chi lo potrebbe affermare; e dato che fosse possibile, non so chi potrebbe desiderarlo.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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