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      Lasciamo stare, per adesso, queste due brutte soluzioni. Ma forse che nella prova del godere, dico del godere secondo il buono e genuino concetto epicureo, che importa lo sviluppo armonico e il contentamento pieno di tutto il nostro essere, morale e fisico insieme, questa nevrosi perpetua, da cui è invasa la odierna generazione, rappresenta davvero uno sforzo utile, o non piuttosto un vano logorìo? A principiare con quella sacra vocazione reciproca dei due sessi, che li chiama a compiere sull'altar del piacere la funzione più solenne e più necessaria ai fini supremi della Natura, si può egli dire che il mondo non cammini a ritroso? Tutti i documenti del nostro tempo attestano pur troppo in modo irrefragabile che presso le nazioni più civili l'incremento della popolazione si arresta; i matrimonii si ritardano fino a un'età in cui la dissipazione giovanile ha per lo più consumato il meglio delle forze; la frequenza della propagazione è in ragione inversa degli averi; e questi, assai più che non le simpatie fisiche e le affinità elettive, sono divenuti il metronomo dei matrimonii. Tutte poi le finzioni tradizionali e artificiali che pretendono mantenere intangibili i vincoli male contratti e peggio attenuti, non fanno altro se non aggiungere l'ipocrisia alla magagna: in cento modi l'istinto elude la legge, e il mondo, che versa un biasimo ipocrita sulle apparenze, è pieno di transazioni indulgenti per la realtà, solo che questa sappia accortamente dissimularsi secondo il costume della gente per bene.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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