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      » Notate, ve ne prego, che nel tempo che il pittore erudito esordiva con questo quadro, egli trovavasi tuttavia nell'evoluzione politica. Ora, Alessandria d'Egitto, nel settimo secolo, «quando la città egizia era serva e i costumi romani ed ellenici si erano nella confusione corrotti,» aveva qualche somiglianza con la nostra patria di anni addietro; «delle tre civiltà si aveva poco più che il cadavere e l'ombra; il mondo, resuscitato dal libero pennello del Massarani, era morto quando Omar co' suoi Arabi veniva a distruggere i documenti di una vita già spenta e riscaldava co' codici della prima biblioteca del mondo i molli tepidarj, dove l'eteria bizantina andava a rinnovare il sangue e ad attingere nuovi vezzi» (Fr. Dall'Ongaro, Scritti d'arte, p. 36). Quella biblioteca conteneva tutti i tesori della nostra antica sapienza, il pensiero di quattro civiltà. Ora, v'ha egli per la tirannide niente di più odioso e d'incomportabile dell'umana sapienza? V'ha egli uno spettro che la faccia tremare quanto il Pensiero che travalica i secoli vittorioso e immortale? A costo di non registrare che una curiosità letteraria a molti notissima, per far comprendere il modo onde la Biblioteca d'Alessandria fu radunata in principio, non sarà forse inutile il dire come grandemente arricchita da Tolomeo Filopatore e da' re a lui succeduti, essa era giunta a vantare settecento mila volumi. Consumata la prima volta dal fuoco a' tempi di Cesare, erano andati perduti più di quattrocento mila volumi. Poco tempo appresso, Pergamo l'aveva in parte compensata di tal danno, arricchendola di duecento mila volumi.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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