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      Il Massarani non volle presentarci che una immagine del suo spirito: quindi è che noi non assistiamo ad una rappresentazione di tipo accademico, ma alla visione di una figura di donna affettuosamente pensata ed espressa. Più arduo imaginare che cosa essa pensi, perocchè pensa realmente. Certo la primavera le sorride nell'atteggiamento e negli occhi. Ella è seduta e come nascosta a sguardi profani. Le sue carni non esuberanti, ma fresche e delicatamente rosate, pompeggiano in nudità casta e vereconda: pregio raro, che non è da tutti oggidì. La sua testa da Musa è bellissima. Volendo interpretare a modo nostro questa giovane donna un po' mesta e pensosa, potremmo quasi dire che è sotto il peso di una felicità che l'opprime. Ha la coscienza di se stessa, e sa quanto potrebbe essere fatale non a sè, ma ad altrui, e si ritrae vincitrice, non vinta, nella potenza de' suoi vezzi, cercando all'idealità un compenso contro l'attività delle giovanili sue forze. Direste che il pittore, ad esprimere la fecondità della stagione, volesse sapientemente significarla nella pomposità del suo seno virgineo in manifesto contrasto con la casta idealità del suo viso. Forse gli occhi, che guardano in alto, sono per un momento discesi sopra se stessa, destandovi il roseo della verecondia in tutte le parti della persona; nè io so di alcuna altra tela, nella quale la tentazione de' sensi, frenati dall'idea del dovere, sia mai stata espressa in modo più degno nell'unione ipostatica del doppio concetto.
      Ma a che più parole?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Massarani Musa