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      La terra non è un soggiorno di espiazione o di tentazione: è il luogo del nostro lavoro per un fine di miglioramento, del nostro sviluppo verso un grado d'esistenza superiore. Dio ci creava non per la contemplazione, ma per l'azione: ci creava ad immagine sua, ed egli è Pensiero ed Azione, anzi non v'è in lui pensiero che non si traduca in azione. Noi dobbiamo, dite, sprezzare tutte le cose mondane e calpestare la vita terrena, per occuparci della celeste; ma cos'è la vita terrena, se non un preludio della celeste, un avviamento a raggiungerla? non v'avvedete che voi benedicendo l'ultimo gradino della scala per la quale noi tutti dobbiamo salire, e maledicendo al primo, ci troncate la vita?
      La vita d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel periodo terreno come negli altri che seguiranno; bensì, ogni periodo dev'essere preparazione all'altro, ogni sviluppo temporaneo deve giovare allo sviluppo continuo ascendente alla vita immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi e nella Umanità complessiva che cresce coll'Opera di ciascuno di noi. Or Dio v'ha messo quaggiù sulla terra: v'ha messo intorno milioni di esseri simili a voi, il cui pensiero si alimenta del vostro pensiero, il cui miglioramento progredisce col vostro, la cui vita si feconda della vostra vita: v'ha dato, a salvarvi dai pericoli dell'isolamento, bisogni che non potete soddisfar soli, e istinti predominanti sociali che dormono nei bruti e che vi distinguono da essi: v'ha steso intorno quel mondo che voi chiamate Materia, magnifico di bellezza, pregno di vita, d'una vita che, non dovete dimenticarlo, si mostra per ogni dove tanto che vi si vegga il segno di Dio, ma aspetta nondimeno l'opera vostra, dipende nelle sue manifestazioni da voi, e si moltiplica di potenza quanto più la vostra attività si moltiplica: v'ha posto dentro simpatie inestinguibili, la pietà per chi geme, la gioia per chi sorride, l'ira contro chi opprime la creatura, il desiderio incessante del Vero, l'ammirazione pel Genio che scopre qualche parte del vero, l'entusiasmo per chi lo traduce in azione giovevole a tutti, la venerazione religiosa per chi, non potendo farlo trionfare, muore martire, portando col proprio sangue testimonianza per esso - e voi negate, sprezzate questi indizii della vostra missione che Dio v'ha profuso d'intorno, anzi cacciate l'anatema sui segni suoi, chiamandoci a concentrare tutte le nostre forze in una opera di purificazione interna, imperfetta, impossibile quando è solitaria!


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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