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      I fanciulli sono dati a tendenze superstiziose o materialiste, di libertà o di rassegnazione codarda, di aristocrazia o di reazione contr'essa, a seconda dell'istitutore prete o laico, che le tendenze paterne scelgono dove esistono mezzi. Come possono, cresciuti a gioventù, affratellarsi in concordia d'opere e rappresentare in sé l'unità del paese? La società li chiama a promuovere lo sviluppo d'una idea comune alla quale non furono iniziati mai. La società li punisce per violazioni di leggi talora ignote, e delle quali lo spirito e lo scopo non sono insegnati mai dalla società al cittadino. La società desidera da essi cooperazione e sacrificio per un fine che nessuna scuola svolge ad essi sull'aprirsi della loro vita civile. Strano a dirsi: gli uomini della dottrina, alla quale ho accennato poc'anzi riconoscono in ciascun individuo il diritto d'ammaestrare i giovani: non lo riconoscono nell'associazione di tutti, nella Nazione. Il loro grido, libertà d'insegnamento disereda la Patria d'ogni direzione morale. Dichiarano importantissima l'unità del sistema monetario e dei pesi; l'unità dei principii sui quali la vita nazionale deve avere fondazione e sviluppo, è nulla per essi. Voi non dovete lasciarvi adescare da quel grido che tutti quasi i fautori moderni di Costituzioni ripetono l'uno dopo l'altro.
      Senza Educazione Nazionale non esiste moralmente Nazione. La coscienza nazionale non può uscir che da quella.
      Senza Educazione Nazionale comune a tutti i cittadini: eguaglianza di doveri e di diritti è formola vuota di senso, la conoscenza dei doveri, la possibilità dell'esercizio dei diritti, sono lasciate al caso della fortuna e all'arbitrio di chi sceglie l'educatore.


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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