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      È chiaro che voi dovete lavorar meno e guadagnare più che oggi non fate.
      Figli tutti di Dio e fratelli in Lui e tra noi, noi siamo chiamati a formare una sola grande famiglia. In questa famiglia possono esistere disuguaglianze generate dalle diverse abitudini, dalle diverse capacità, dal diverso desiderio di lavoro; ma un principio deve signoreggiarla: qualunque è disposto a dare pel bene di tutti, ciò ch'ei può di lavoro, deve ottenere compenso tale che lo renda capace di sviluppare, più o meno, la propria vita sotto tutti gli aspetti che la definiscono.
      È questo l'ideale al quale dobbiamo tutti studiar modo d'avvicinarci più sempre di secolo in secolo. Ogni mutamento, ogni rivoluzione che non vi s'accosti d'un passo, che non faccia corrispondere al progresso politico un progresso sociale, che non promuova d'un grado il miglioramento materiale delle classi più povere, viola il disegno di Dio, si riduce a una guerra di fazioni contro fazioni in cerca di una dominazione illegittima: è una menzogna ed un male.
      Ma fino a qual punto possiamo raggiungere oggi lo scopo? E come, per quali vie possiamo raggiungerlo?
      Taluni fra i vostri più timidi amici hanno cercato il rimedio nella moralità dell'operaio. Fondando casse di risparmio o altre simili istituzioni, hanno detto agli operai: recate qui il vostro soldo: economizzate: astenetevi da ogni eccesso nella bevanda o in altro: emancipatevi dalla miseria colle privazioni. E sono ottimi consigli perché mirano alla moralizzazione dell'operaio, senza la quale tutte le riforme riescono inutili.


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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