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      La commissione governativa diede rifiuto.
      L'associazione si sciolse, ma 14 operai decisero di superare ogni ostacolo e ricostituirla coi propri mezzi. Non avevano danaro né credito; avevano fede.
      Alcuni fra loro portavano alla Società iniziata, in materiali e stromenti di lavoro, un valore di circa 2000 franchi. Ma era indispensabile un capitale di circolazione. Ciascuno degli associati contribuì, non senza fatica, 10 franchi. Alcuni operai, non aventi interesse diretto nella Società, aggiunsero a quel piccolo capitale, le loro piccole offerte. E il 10 marzo 1849, raggiunta la somma di 229 franchi e 50 centesimi, l'associazione fu dichiarata costituita.
      Quel fondo sociale era insufficiente all'impianto e alle spese minute, indispensabile di giorno in giorno ad una lavoreria. Nulla rimanendo pei salarii, oltre a due mesi passarono senza che gli operai potessero ricevere un solo centesimo di mercede. Come vissero in quel tempo di crisi? Come vivono gli operai nelle interruzioni di lavoro, aiutati dall'operaio che per ventura lavora, vendendo, impegnando ad uno ad uno gli oggetti d'uso.
      Alcuni lavori erano stati eseguiti. E il prezzo fu pagato il 4 maggio 1849. Quel giorno fu per l'associazione ciò ch'è una vittoria sul cominciare d'una guerra: e fu celebrato. Pagati i debiti, riscossi i crediti esigibili, rimaneva per ogni socio una somma di fr. 6 e 61 centesimi. Fu convenuto che ritenendo come parte di salario 5 franchi si consacrerebbe il di più di ciascuno a un pranzo fraterno.


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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