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      Ma si trattava di ben altro. Si trattava di tentar d'avviare l'educazione morale d'un popolo: si trattava di cercare non solamente che l'Italia fosse, ma che sorgesse grande, forte, degna delle sue glorie passate e colla coscienza della sua missione futura. E tutte le mie convinzioni erano diametralmente opposte alle tendenze predominanti. L'Italia era materialista, machiavellizzante, credente nella iniziativa francese, tendente a emanciparsi e migliorare le proprie condizioni nei diversi suoi Stati più che a ricomporsi in Nazione, poco curante dei principî supremi e presta ad accettare ogni forma di reggimento, ogni ajuto, ogni uomo che promettesse sottrarla ai suoi patimenti immediati. Io credeva, allora più per istinti che per dottrina, che il problema dell'oggi fosse problema religioso e tutti gli altri gli fossero secondi. Ciò ch'altri chiamava teorica di Machiavelli non era per me che Storia e Storia d'un periodo di corruttela e decadimento che bisognava sotterrar col passato. Mi fremeva dentro il pensiero dell'iniziativa Italiana e a ogni modo io sentiva che non si risorge senza fede in sè, e che quindi bisognava prima d'ogni altra cosa distruggere la servile soggezione all'influenza francese. E per questo era mestieri mover guerra all'idolatria degli interessi immediati e sostituirle il culto dei principî, del Giusto, del Vero, e convincer l'Italia che il sagrificio e la costanza nel sagrificio erano le sole vie per le quali conseguirebbe, quando che fosse, vittoria.
      La Carboneria - traduco qui alcune pagine(6) ch'io scrissi per gli Inglesi nel 1839, perchè compendiano lo idee che mi s'affaccendavano nella mente allora e mi determinarono a fondare la Giovine Italia - la Carboneria m'appariva come una vasta associazione liberale, nel senso attribuito a quel vocabolo in Francia sotto la monarchia di Luigi XVIII e di Carlo X, efficace a diffondere lo spirito d'emancipazione, ma condannata dall'assenza d'una fede positiva, determinata a mancare di quella potente unità, senza la quale riesce impossibile il trionfo pratico d'ogni difficile impresa.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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