Pagina (119/1484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Forse a insegnare che un popolo non deve aspettare libertà da gente straniera, non bastava la vicenda di dieci secoli, nè il grido dei padri caduti maledicendo: e si voleva lo spergiuro d'uomini liberi insorti sei mesi prima contro ad uno spergiuro, poi l'esilio, le persecuzioni, e lo scherno. Ora, l'Italia del XIX secolo sa che la unità dell'impresa è condizione senza la quale non è via di salute: che una rivoluzione è una dichiarazione di guerra a morte fra due principî: che i destini dell'Italia hanno a decidersi sulle pianure Lombarde, e la pace a fermarsi oltre l'Alpi: che non si combatte, nè si vince senza le moltitudini, e che il segreto per concitarle sta nelle mani degli uomini che sanno combattere e vincere alla loro testa: che a cose nuove si richiedono uomini nuovi, non sottomessi all'impero di vecchie abitudini o di antichi sistemi, vergini d'anima e d'interessi, potenti d'ira e d'amore, e immedesimati in una idea: che il segreto della potenza sta nella fede, la virtù vera nel sagrificio, la politica nell'essere e mostrarsi forti.
      Questo sa la Giovine Italia, e intende l'altezza della sua missione, e l'adempirà, noi lo giuriamo per le mille vittime, che si succedono instancabili da dieci anni a provare, che colle persecuzioni non si spengono, bensì si ritemprano le opinioni: lo giuriamo per lo spirito che insegna il progresso, pei giovani combattenti di Rimini, pel sangue de' martiri Modenesi. V'è tutta una religione in quel sangue: nessuna forza può soffocare la semenza di libertà, però ch'essa ha germogliato nel sangue dei forti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Italia Italia Lombarde Alpi Giovine Italia Rimini Modenesi