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      Ma quei presentimenti non erano se non di pochissimi. Quindi la questione d'Unità che stava in cima de' miei pensieri non era guardata siccome importante, e gli ostacoli apparenti inducevano facilmente i nostri a sagrificarla. In Francia l'istinto, inconsciamente dominatore non delle moltitudini, ma degli ingegni, accarezzava allora, come sempre, teorie e disegni che miravano a ordinare intorno alla Francia Una e forte, libere, ma deboli confederazioni.
      Bensì, a me per verificare le probabilità del mio concetto importava, più assai che non il voto dei mezzi ingegni stranieri e nostri, l'istinto delle moltitudini e dei giovani ignoti a contatto con esse in Italia. Mi diedi dunque, tra un articolo e l'altro, a impiantare l'Associazione segreta. Mandai Statuti, Istruzioni, avvertenze d'ogni genere ai giovani amici lasciati in Genova e in Livorno. Là, mercè i Ruffini in Genova, Bini e Guerrazzi in Livorno, s'impiantarono le prime Congreghe. Così chiamavamo con nome desunto dai ricordi di Pontida i nostri nuclei di direzione.
      L'ordinamento era, quanto più si poteva, semplice e schietto di simbolismo. Respinta l'interminabile gerarchia del Carbonarismo, l'associazione non avea che due gradi: Iniziatori e Iniziati: erano iniziatori quanti, oltre la devozione ai principî, avevano intelletto abbastanza prudente per scegliere nuovi membri da affratellarsi; iniziati semplici gli uomini ai quali era sottratta la facoltà di affigliare. Un Comitato Centrale all'estero, destinato a tenere sollevata in alto la bandiera dell'Associazione, a stringere quanti più vincoli fosse possibile tra l'Italia e gli elementi democratici stranieri, e a dirigere generalmente l'impresa: - Comitati interni, dirigenti la cospirazione pratica nei particolari, impiantati nei capoluoghi delle provincie importanti: - un Ordinatore in ogni città posto a centro degli Iniziatori: - poi gli affratellati divisi in drappelli ineguali di numero capitanati dagli Iniziatori; - era questa l'ossatura della Giovine Italia.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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