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      Altri si mantennero fermi e perirono.
      Uno solo l'autore dello scritto sul Giuramento Militare citato più sopra, dotato d'anima pura e potente, che le seduzioni e le minaccie di tutti i re della terra non avrebbero mai potuto appannare o atterrire, sottrasse lo spirito ai corruttori e il corpo al carnefice. La notte, con un chiodo strappato all'uscio della prigione, ei s'aprì una vena del collo e si rifugiò, protestando contro la tirannide, nel seno di Dio. Ed ei lo poteva, perch'era incontaminato. Era il più dolce giovane, il più delicato e costante negli affetti ch'io m'abbia veduto. Amava la patria, della quale intendeva l'ampia missione, la madre, modello d'ogni virtù i fratelli e me(30). Aveva vasto e pronto intelletto, ed era capace delle più grandi idee, però che le più grandi idee vengono dal core. Quei che conobbero intimamente Jacopo Ruffini venerano anch'oggi la sua memoria come quella d'un santo."
      Narra Brofferio nella sua Storia del Piemonte come Carlo Alberto, fatto per paura feroce, anelasse sangue, e a tal punto che dolendosi con Villamarina dell'umile condizione delle prime vittime, gli dicesse: non è bastevole esempio il sangue dei soldati: pensate a qualche ufficiale. Non ho modo d'appurare il fatto: ma di certo Villamarina, tenuto fino allora per uomo di spiriti liberali, e Giudici e Governatori, si condussero in guisa da far credere che sapessero di potere, incrudelendo, mercarsi favore dal Sire. Morto ogni senso di giustizia e sprezzate le stesse apparenze, si decretò fossero commessi i giudizî a tribunali di guerra tanto per incolpati civili quanto pei militari.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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