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      La risolsi pel finir di gennajo (1834) e sollecitai perchč verso quel tempo s'operasse in Lione. L'eco dell'insurrezione Francese avrebbe largamente supplito a tutti quei gradi di potenza che s'erano irreparabilmente perduti in Italia.
      Scrissi a Ramorino, dicendogli ch'io avrei iniziato a ogni modo; venisse ad assumere il comando della fazione, e se non prima, ricevuta appena la nuova del nostro ingresso. Il moto era fissato pel 20 gennajo.
      E aspettando risposta, ordinai quant'era necessario alla mossa. Si determinarono i giorni, l'ora della partenza di nuclei collocati sui diversi punti, l'ordine delle giornate, le vie da tenersi, i viveri, i corrieri di punto in punto. Si fece deposito delle armi, per quei che venivano da lontano, in Nyon, sulla sponda del lago. S'apprestarono barche e zattere, tanto che invece di spingersi tutti in Ginevra dove eravamo giā troppi, e dove il Governo avrebbe necessariamente tentato d'opporsi, tragittassero il lago e venissero a ricongiungersi con noi in Carouge, punto di convegno per tutti. In Carouge si trasportarono l'armi per quei che dovevano muovere da Ginevra e dintorni. Si compė l'ordinamento militare; si scelsero i capi; si prepararono i proclami.
      Poco importa ora l'esporre minutamente il concetto di guerra che mi parve da scegliersi. Basti il dire che il punto centrale dell'operazione era Saint-Julien, sulla via d'Annecy. Non potendo nč volendo determinare l'ora dell'insurrezione delle provincie Savojarde, ordinai si raccogliessero in Saint-Julien, delegati di ciascuna, tanto che fatti certi del nostro arrivo, corressero a dare alle loro circoscrizioni il segnale del moto.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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