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      Essi avevano inteso a combattere per la Libertà non solamente del loro paese, ma di tutti, per la Libertà come Dio la stampava nel core dei buoni, pei diritti di tutti, per la luce su tutti; e uomini che s'intitolano repubblicani li rinegano nella sventura e non una voce ha osato qui, tra l'Alpi, levarsi e rispondere agli scribacchiatori di Note: no; noi non violeremo la religione della sventura; non cacceremo questi esuli; e se mai vorrete strapparli da noi colla forza, Dio, le nostre Alpi e le nostre armi ci difenderanno da voi.
      E l'ardita parola avrebbe fatto retrocedere i persecutori. L'Europa diplomatica, turbata, sommossa per quattro mesi dai duecento giovani proscritti, non avrebbe osato affrontare il grido di resistenza d'un popolo che ricorda Sempach e Morgarten.
      Perchè - non lo dimenticate, uomini deboli ch'esciste dalla rivoluzione e la rinegate - non s'arretrarono essi, quei re stranieri ch'oggi minacciano perchè vi vedono tremanti, davanti alla guerra nel 1831? Non videro, impotenti ed immobili, l'elemento democratico, il principio popolare, a invadere ad una ad una le costituzioni dei vostri Cantoni? Allora, eravate fermi e guardavate con fiducia al popolo: allora i vostri contingenti federali s'incamminavano lietamente alla frontiera minacciata dall'Austria; e voci energiche gridavano ad essi: voi difenderete contro qualunque l'assalga la terra dei vostri padri. E s'arretrarono quei re terribili. Siate oggi quali foste allora: come allora s'arretreranno. Fra il primo colpo di cannone dei re e l'ultimo d'un popolo che combatte una guerra d'indipendenza, sanno essi quanti troni possano rovinare, quanti popoli insorgere?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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